La violenza come metodo di comunicazione.



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Man mano che la realtà italiana diventa più pazza, certe persone diventano più ansiose. Ne sono chiari esempi le chiare manifestazioni di disinteresse degli organi istituzionali, che ignorano le voci popolari, e lasciano parlare i manganelli delle forze dell’ordine. L’uso della forza è una prerogativa delle forze armate, in quanto rappresentano quel diritto all’uso della violenza, a cui il comune cittadino si può appellare solo in alcuni casi.

Il codice penale regola severamente l’uso della violenza, in quanto i regolari cittadini che ne fanno uso, escluso il caso di urgenza per difesa personale, portano a condanne importanti. La violenza mescolata alla manipolazione dei media trasmutano i fatti e distorcono la realtà, incidendo sulla psiche dei manifestanti.

Un mondo di vittime senza colpevoli.


La corruzione e l’abuso di potere sono elementi essenziali del sostentamento di una realtà artificiale non sana, né equilibrata. Idealmente, un sistema politico è autonomo e capace di soddisfare le esigenze interne della popolazione, in quanto organizzato in diversi settori (ognuno con competenze diverse) in grado di far fronte attraverso gli strumenti pubblici ai bisogni.

L’uso della violenza è l’espressione che uno o più settori non funzionano. In Italia, il Ministro dell’Interno è responsabile delle forze dell’ordine dedicate a mantenere la pace per le strade, facendo rispettare il codice civile e della strada. La normativa attuale non prevede caschi con numerazioni identificative per gli agenti delle forze dell’ordine, pertanto gli agenti colpevoli di reati contro lo stesso organo che rappresentano, non possono essere puniti.

Di recente, fenomeni del genere hanno causato scontri violenti in altre nazioni, tra cui spicca l’Ucraina. Dalle proteste si può arrivare al conflitto a causa dell’oppressione inflitta alle vittime cittadine. Il popolo può subire fino ad un certo totale di soprusi, ma questo pericolo in Italia non si pone, in quanto il popolo italiano soffre di una chiara paura paralizzante ogni qualvolta si tratti di agire, senza contare l’agghiacciante sensazione di ansia che costringe il popolo italiano ad inventare scuse a ripetizione ogni santa volta per tutto. Chiave di volta dell’intero costrutto psicologico è l’instabilità personale, che vieta all’italiano di riconoscere i propri errori.

In realtà, ogni individuo è responsabile della propria difesa fisica e personale. La legge ci ricorda che sono puniti i reati, e cioè i fatti illeciti commessi e dimostrabili dall’esistenza delle conseguenze derivate. Le intenzioni in assenza di reato non costituiscono materiale di prova a titolo legale, come ha dimostrato la lunga epopea legale dello stalking, del mobbing e del bullismo in genere.

Ci sono alcuni reati per cui si rende necessaria una presa di posizione netta, al momento rappresentata solo dal Movimento 5 stelle, che di recente ha presentato persino un disegno di legge per introdurre il Whistleblowing (pratica americana che garantisce la possibilità di denunciare reati in modo totalmente anonimo per garantire l’assenza di ritorsioni) ma in Italia, i partiti stanno bocciando ogni singola proposta del Movimento sin dai primi giorni del suo insediamento. I partiti stanno usando una comunicazione violenta più volte sfociata in veri e propri attacchi fisici durante i lavori nelle aule parlamentari.

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