La religione politica.
Sin dalla sua comparsa, l’uomo ha avuto il senso della
presenza del mistico. Derivato dal primitivo concetto di anima, la cui
etimologia stessa rimanda all’animismo (la credenza che ogni cosa abbia una
dimensione spirituale), il concetto di divinità ha espresso i tratti gerarchici
della società umana, assumendo da essa i tratti verticistici.
Dal punto di vista evolutivo, l’essere umano è il primo
animale che ha sviluppato una consapevolezza. In seguito all’adattamento
genetico, ipotizzato come il processo più efficiente, causa dei nostri tratti
attraverso riproduzione, insieme al più complesso concetto di mutazione
genetica (fautrice a sua volta dell’intero processo di selezione naturale), la
coscienza non è altro che un ulteriore strumento utile alla sopravvivenza.
Le diverse forme di politica.
Agli albori, era palese capire chi era il capo dominante.
Ogni specie animale crea distinzioni sociali nella propria società, in quanto
il forte si impone sul debole. Tale costume naturale è noto con il termine “legge
del più forte”, con nomi che variano di tradizione in tradizione.
Per migliorare la convivenza tra più persone, al dominio
personale si è imposta la Legge (il codice di Hammurabi ne è un esempio noto.).
Con le leggi, nacque la necessità di selezionare il metodo migliore per governare tramite l’uso delle leggi: la democrazia greca ha ispirato il mondo,
anche se essa era assai diversa dall’idea che abbiamo oggi della democrazia. La
parola stessa “politica”
deriva dal greco.
La figura del politico è mutata nel tempo fino alla forma
attuale. Oggi, l’umanità affronta uno scenario senza precedenti: i vecchi modelli
non sono più adatti ad una popolazione mondiale collegata dal web, e disillusa
dalla progressione della scienza.
La politica sta diventando un ricettacolo di quel fanatismo tipico
più della religione, che vuol proteggere l’ombra di un passato, che non vuol
scomparire: questo è il prezzo della distruzione
del vecchio concetto di politica, che ora si apre a diverse sfumature, per
vedere quale tratto si affermerà, divenendo dominante.
Non esiste un significato della paura del cambiamento capace
di spiegare come la cecità fanatica possa giustificare il compiersi di azioni
contro ragione e logica. Due Grandi Guerre hanno insegnato che non siamo andati
poi molto lontano, né che abbiamo imparato dagli errori, che tanto sembrano
piacere a tutti coloro che, temendo il cambiamento, ripiegano sulla cecità del
fanatismo.
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