Carattere di una persona comune: pregi e difetti.
In Italia, il culto dell’individualità è una costante. Pur
essendo la patria di una delle religioni più estese sul globo, l’Italia è sempre
stata un terreno dove i tumulti e le lotte di potere hanno segnato la storia
politica, sociale e culturale dei suoi abitanti. I nostri avi sono stati famosi
per non andare mai d’accordo tra di loro.
Il nuovo millennio ha imposto a livello globale un nuovo
paradigma che sostituendo il vecchio, ha affermato dei tratti rispetto ad
altri, generando una forte intolleranza di ciò che non viene riconosciuto un
tratto superiore e contemporaneo. Nata la cultura
di massa, le varie fratture esistenti ad ogni livello sono state forzate a
creare una nuova realtà, dove "tutto va bene" almeno in apparenza.
Il prezzo della pace ed il silenzio della personalità individuale.
Una delle peculiarità rimaste immutate dall’alba dei tempi,
è la volontà di sopravvivere. In nome di questa necessità salva-coscienza, le
cose più aberranti sono state fatte passare per accettabili. Chi studia la Storia lo sa. La storia insegna che
anche le bombe atomiche possono mietere vittime ed esser comprese.
Questo fattore psicologico, legato alla capacità dell’essere
umano di poter spostare il proprio concetto di limite, è ciò che rende il carattere di una persona indecifrabile.
Per millenni, la cultura del sapere (qualunque esso fosse) ha spinto per
dividere i degni (del sapere tramandato) dagli indegni, a volte usando metodi
consoni ed altre volte imponendo la volontà di uno o pochi su molti. Secondo la
comprensione dell’evoluzione della specie, potrebbe essere un motivo per cui le
persone più viscide sono le più comuni, avendo più possibilità di sopravvivere,
e passare i propri geni riproducendosi. Per contro, chi diceva la propria aveva
più possibilità di essere punito, se non ucciso.
L’attuale società è una società
imperfetta. I suoi difetti sono la contribuzione a tutti i problemi
generati dalla razza umana attualmente in discussione, dalla politica
incompetente delle varie nazioni, fino al cambiamento del clima (conseguenza di
un approccio insensato alla produzione di massa, la quale crea più scarti
dannosi che benefici a lungo termine). Purtroppo, se per lo stesso motivo i
caratteri viscidi e silenziosi rappresentano la maggioranza, allora il
cambiamento necessario non è facilmente ottenibile.
L’inversione di tendenza necessaria è quella legata ad altri particolari della personalità
umana. Se la psicologia può dividere in quattro grandi quadranti il carattere
umano, osservando valori come introversione-estroversione e qualità di azione
sui rispettivi assi cartesiani, è anche vero che il modello attuale cerca di
descrivere solamente i tratti dominanti di una società che non funziona.
I pregi di questa società sono quelli di garantire pace
attraverso il silenziamento delle
minoranze. Questo termine, preso in prestito dalla genetica, ci aiuta a capire
che l’intelligenza viene emarginata e confinata in specifici reparti utili a
sostenere la società, ma viene trattata come un virus inaccettabile in
qualsiasi altro contesto perché ritenuta pericolosa. Pertanto, il pregio di
questa società è la sua capacità di reprimere le voci dissonanti, che
raccontano una storia diversa.
I difetti sono molteplici. Non garantendo la diversità, non
garantiscono l’uguaglianza di tutti i cittadini, andando oltre ai vecchi
paradigmi razziali o discriminanti, ma generando vera discriminazione
irrazionale (ma utile) per favorire la sopravvivenza di chi può allungare lo
stato presente. Come è ovvio, ciò entra in conflitto con l’adozione di un
sistema socio-politico-economico che guarda al breve periodo e non alla lunga
distanza. In altre parole, se non prendono il comando le persone con tratti
diversi dal grosso della massa, il destino delle persone con tratti comuni è
quello di perire per estremizzazione e logoramento. In questa società, sorge
quindi il problema legato a CHI è al potere, e quali sono i tratti diversi che
guidano le azioni che impattano sui molti.
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