Pensieri sulla vita: cosa impariamo ci cambia.
Ognuno di noi è bizzarro. Ognuno di noi è importante. Ognuno
di noi ha una storia. La realtà delle nostre esistenze ci confonde. Crediamo di
avere qualità; ci convinciamo che le nostre azioni sono frutto di un qualcosa
di distintivo, e non frutti dell’esperienza. Diamo un senso alle parole, spesso
diverso dai significati. E nonostante tutto, rigettiamo il Caos. Lo stesso Caos
in cui viviamo; noi siamo convinti di dominare il nostro destino.
Metà della nostra vita lo passiamo a capire cosa è reale: cosa è l’amore; chi siamo noi;
cosa stiamo facendo; cosa vogliamo. Poi, a tratti, durante la nostra avventura
personale, ci ricordiamo di tutti gli altri sensi che abbiamo, e rimaniamo
vittime di essi. Raramente diamo credito allo straordinario, ed il coraggio è
spesso una parola che impariamo a mettere in secondo grado.
Alcuni viaggiano, ed aprono i propri orizzonti. Altri
studiano, ed alimentano la propria conoscenza. Tutti facciamo qualcosa che ci
permette di scavare nelle ricchezze della vita, ma ognuno ha una repulsione
specifica verso le altre persone. Quasi tutti siamo incapaci di elevarci fino a
quella prospettiva che ci ricorda che siamo solo animali che tentano di dare o
trovare un senso alla propria esistenza.
Mangiamo, ci addormentiamo. A volte abbiamo pensieri
positivi sulla vita, altre volte siamo negativi. Attraversiamo sempre lo stesso
fiume, e rimaniamo affascinati dalla differenza delle acque, che falsamente
crediamo siano sempre le stesse. Nella confusione, ci portiamo sempre sulle
spalle la zattera con cui abbiamo cambiato la sponda. Siamo perennemente in oscillazione
tra la paura e la voglia di conoscere qualcosa di nuovo.
Alcune persone capiscono il potere della propria volontà.
Alcuni indagano se stessi con meditazione, droghe, e tante altre cose che non
ammetterebbero per paura, ma non dell’illegalità quanto dell’incomprensione che
le altre persone dimostrerebbero loro. Altre persone capiscono il rischio della
propria volontà, ed affogano i propri sensi in attività simili, ma che
prevedono di perdersi, e non di ritrovarsi. Entrambe le parti credono di essere
diverse l’una dall’altra. La vita è per lo più un’illusione.
Creiamo parole. Analizziamo i fenomeni che ci circondano.
Cerchiamo di non vedere l’apparente alla continua ricerca della conoscenza
superiore. Ognuno di noi ha diversi motivi per farlo. L’egoismo dilaga, e si
espande sia verso un sano utilizzo, sia verso l’abisso dell’insoddisfabile
umanità. Le nostre menti si preoccupano di accogliere ogni nostra richiesta, e
ci mettono davanti a qualsiasi altra cosa o persona.
Il bene ed il male non esistono, ma esistono le persone che
possono percepire ciò che è bene e ciò che è male. Molte persone ignorano il
significato della parola “relativamente.” La conoscenza che esce fuori dal
gruppo non viene denigrata dal gruppo, ma la mancanza di coraggio e di
affermazione del positivo nelle cose in cui si pensa genera il mistero di
pulcinella del malessere sociale. Le persone vivono di scuse. Chi si prende le
proprie responsabilità vive in un mondo diverso, ed i suoi occhi vedono cose
che gli altri non possono notare.
Esistono indizi verso un miglioramento personale, e
qualsiasi cosa può diventare un intuizione per una mente sveglia e volenterosa.
La maggior parte delle persone non sa cosa vuol dire credere in se stessi, né indaga.
La tecnologia separa le persone nello stesso modo in cui le stesse persone che
possono usarla spesso si domandano come fare qualcosa quando la risposta è lontana
poche parole digitate su Google, o nascosta nei video di Youtube. Le
biblioteche vengono usate per socializzare. Il tempo scorre, e tu non puoi
farci niente. Ma sempre in meno vedono la bellezza in tutto questo, ed ogni
società ha un gioco a cui giocare prima che l’epoca attuale si risolva.
Non esiste un linguaggio per descrivere l’esistenza della morte,
e molti credono a ciò che leggono. Si ricerca la verità degli antichi, e poi si
crede alle baggianate dei contemporanei che cercano di venderti qualcosa. Si
nasconde l’onestà, e si abbraccia l’incondizionato. Aprirsi alla verità è
diventato qualcosa che molti odiano, perché richiede pensare per se stessi, e
generare ipotesi. Quasi tutte le nostre idee sono già state pensate, eppure
ognuno di noi ha un senso dell’originalità e dell’imbarazzo. Siamo capaci di
essere contenti di ciò che abbiamo, ma lungo la strada incontreremo quasi tutti
egoisti che pensano di sapere più degli altri, e la nostra mente ce li farà
percepire così lo stesso, anche se non lo sono.
Non sarà possibile avere una società dei poeti, od una
società dei filosofi. La verità della nostra mancanza di unicità è disponibile
solo a chi capisce che in un mondo di persone uniche, nessuno lo è veramente.
Ogni persona ha la possibilità di capire la propria essenza, e cercare un
equilibrio tra le nostre capacità, ma la fatica di mettersi in gioco svanisce
in una paranoica ricerca delle scuse più inutili per rimanere nel fango della
nostra insensata sterilità. E questo è ciò che divide gli eroi dai plebei. Uno
vale uno, e siamo tutti una cosa sola.